Sorveglianza Sanitaria nel lavoro occasionale
Quando si parla di sicurezza sul lavoro, uno degli aspetti fondamentali è la sorveglianza sanitaria. Ma cosa significa davvero? E perché è così importante individuare chi rientra nell'obbligo di sottoporsi a visite mediche periodiche? Scopriamolo insieme.
Innanzitutto, è essenziale capire chi, tra i lavoratori, deve rispettare questo obbligo. La sorveglianza sanitaria si applica a coloro che, per la natura delle loro mansioni, sono esposti a rischi per la salute. Questo significa che il medico competente deve effettuare una valutazione accurata per identificare chi necessita di un monitoraggio costante.
Perché è obbligatoria?
La sorveglianza sanitaria non è un semplice adempimento burocratico, ma un vero e proprio strumento di prevenzione. Il suo scopo principale è tutelare i lavoratori, garantendo che le loro condizioni psicofisiche siano compatibili con le attività svolte. Attraverso visite mediche periodiche programmate, è possibile non solo rilevare eventuali problematiche legate all'esposizione a rischi, ma anche intervenire tempestivamente per evitarne l'aggravarsi.
Tuttavia, il tema della sorveglianza sanitaria diventa ancora più complesso e dibattuto quando si entra nell’ambito del lavoro occasionale. Queste tipologie contrattuali, caratterizzate dalla breve durata e dall’intermittenza, sollevano questioni su come applicare gli obblighi normativi in modo efficace. Se da un lato è fondamentale garantire la sicurezza di ogni lavoratore, dall’altro ci si chiede come gestire la sorveglianza sanitaria in contesti di impiego limitato nel tempo o con esposizioni ai rischi non continuative, in quanto non esistono leggi vigenti in materia.
In questo contesto, un riferimento importante è rappresentato dalla sentenza numero 30923.2020, resa dalla III Sezione penale della Corte di Cassazione, pronunciatasi su un caso di violazione dell’obbligo del datore di lavoro di inviare il dipendente a visita medica secondo le scadenze previste dal programma di sorveglianza sanitaria.
«[…] la disposizione che […] prevede […] che il datore di lavoro provveda ad “inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste dal programma di sorveglianza sanitaria”, deve essere intesa nel senso che il predetto obbligo sia riferito solo all’ipotesi in cui il rapporto di lavoro sia caratterizzato da una certa durata nel tempo, posto che diversamente, ove la stessa si riferisse anche a prestazioni occasionali destinate ad esaurirsi uno actu, non avrebbe alcun senso il richiamo alle “scadenze previste dal programma di sorveglianza sanitaria”, le quali logicamente implicano una certa ampiezza del tempo in cui la prestazione lavorativa è svolta».
La sentenza chiarisce quindi che l'obbligo per il datore di lavoro di inviare i lavoratori alla visita medica, come previsto dal programma di sorveglianza sanitaria, si applica solo nei casi in cui il rapporto di lavoro abbia una certa durata nel tempo. Secondo la Corte, tale obbligo non si estende alle prestazioni lavorative di natura occasionale o a quelle che si esauriscono in un'unica azione (uno actu). Ciò perché il riferimento alle "scadenze previste dal programma di sorveglianza sanitaria" presuppone un periodo di tempo sufficientemente ampio in cui la prestazione lavorativa viene svolta, rendendo non applicabile tale obbligo ai rapporti di lavoro troppo brevi o occasionali.
FONTI
https://tutelafiscale.it/lavoratore-occasionale-sorveglianza-sanitaria-si-o-no/